Ciao, sono la Bottegaia. Mi piace occuparmi di storie. Di quelle che fanno emozionare, che ci tengono incollati fino all’ultima pagina. Quelle per cui non dormiamo la notte. Storie che ci lasciano dentro inquietudini, domande profonde. Oppure, se siamo fortunati, che le risolvano, mentre calziamo con l’immaginazione altre vite, quando scegliamo un nuovo paio di scarpe in cui camminare.
È proprio così che succede: lo abbiamo incrociato con lo sguardo, quel libro.
Magari sullo scaffale di una elegante libreria di città, o tutto rincantucciato in un angolo, in un mercatino.
Oppure, se siete lettori all’avanguardia, mentre state sfogliando il vostro store digitale di fiducia.
E, come per magia, vi ritroverete con le vostre mani che lo sfogliano, in cerca di qualcosa.
È un vero e proprio appuntamento al buio.
Non sapete di preciso perché abbiate detto “sì”.
Magari guardate la copertina, magari no.
Magari siete di quelli che aprono la bandella laterale per sapere chi sia l’autore.
E chi tra voi legge direttamente il finale? Eh?
Beccati. Ma state tranquilli, non lo dirò a nessuno.
Fatto sta che i libri hanno un codice proprio per comunicare con noi e lo fanno ogni volta in maniera differente.
Ad esempio, con gli incipit.
In questo episodio vi parlo di due incipit sensoriali che adoro particolarmente.
Potete trovare una descrizione più dettagliata qui: Incipit sensoriale: come travolgere i sensi del lettore.
Se volete leggere altri miei post sugli incipit:









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